Dicono di me
Articolo di Giovanni Bovecchi
Klee, Pollock, Warhol: l'action painting di Isabella Rainieri (Raisa) sembra ubbidire allo stesso impulso neo- espressionista, informale e attivo, del gesto astratto, segnale profondo delle inquietudini inconscie arcaiche, archetipe e collettive.
La pittura di Raisa è una continua ricerca, ossessiva, di attribuzionismo alle forme elementari essenziali, laddove il colore degli acrilici segna l'impasto costruttivo di una densità che fonda l'architettura sensoriale delle sue proprie emozioni. Segni e impronte cromatiche apparentemente casuali costituiscono il leit-motiv di questo suo nuovo alfabeto linguistico facendo riverberare un lo scisso e dicotomico in bilico, e dialettico, tra esigenza logica e caos espressivo irrazionale. Non rare sono le figure geometriche utilizzate: cerchi, quadrati, triangoli, elementi primordiali a cui l'autrice probabilmente conferisce un significato simbolico di ritorno alle origini. Anche l'impasto cromatico è con tutta evidenza a carattere primordiale con prevalenza dei colori primari in una struttura di patterning, a volte utilizzando l'impronta di matrici.
La titolistica medesima è dicotomica e ossimorica. La dialettica del virtual real è, per definizione, un ossimoro laddove il "virtuale" entra in contrapposizione con "reale" e viceversa. Ma la matrice unificativa del comparto fraseologico costituisce di per sé l'entità espressiva di una nuova figura letteraria che proprio sull'apparente contrapposizione terminologica fonda l'efficacia del terzo elemento di comunicazione incidente a livello subliminale. Ossimorica e contrappositiva è perfino la tecnica espressiva che, per una sorta di capriccio del talento, è sottoposta ad un continuo scambio di gioco delle parti creative: l'artista scrive e disegna con la mano destra ma dipinge e colora con la mano sinistra. Una inedita forma di mancinismo rovesciato e bipolare governa quindi tutta l'attività creativa di questa giovane artista, spinta oltremodo a leggersi, e leggere la realtà, in modo surreale e simbolico.
Ogni sua opera è, perciò, spinta in avanti forzando quelle leggi di gravità sensoriale che vorrebbero uniformare le le linguistiche espressive e costringerle all'interno di parametri codificati e certi. Qui, l'attività dell'emisfero destro dell'autrice rivendica un suo proprio interiore diritto di rivoluzione nella più ampia libertà d'espressione e di immaginazione, quasi a costituire un ipotetico ed invisibile ponte tra il remoto e il presente, tra inconscio irrazionale e conscio razionale, tra violazione delle regole e codici di comportamento.
Un'attività codicistica e razionalistica parrebbe invece, nelle ultime opere realizzate con tecnica informatica, far capolino nelle geometrie spinte dei segni e nell'uso dei colori accesi e delle sfumature computerizzate. Questa tecnica, mediante l'utilizzo del mezzo informatico, costituisce per l'artista un diverso approccio all'opera pittorica (Virtual Real), mediando l'esperienza irrazionale della creazione e della trasposizione del proprio mondo interiore tramite un veicolo che si presenta prettamente logico e concreto. Si tratta forse di un ultimo, finale tentativo di Raisa di conciliare i due poli contrapposti del proprio lo, la ricerca di una via che possa condurre quantomeno alla convivenza pacifica di queste due realtà.